MARGINI: RISCOPRIRE L’IDENTITÀ NELLA CITTÀ-TERRITORIO.
GIANCARLO MARZORATI E I PROGETTI PER L’ACCOGLIENZA,
IL BENESSERE, LA CULTURA
L’evento espositivo e dialogico, a cura di Domenico Tripodi e Leonardo Servadio, si è svolto alla Centrale dell’Acqua a Milano (Piazza Diocleziano 5) da mercoledì 8 a giovedì 30 maggio 2019
La mostra si è articolata in una serie di venti modelli esposti al piano superiore e in ventinove pannelli esposti attorno alla sala conferenze della Centrale dell’Acqua, per illustrare alcune opere emblematiche di Giancarlo Marzorati ed evidenziare come queste incidono sul panorama urbano divenendo luoghi che danno nuovo ritmo e nuova identità nello sprawl, generando momenti di cultura, di socialità, di qualità del vivere.
Presentiamo qui un resoconto della mostra e degli incontri che l’hanno accompagnta, cui hanno partecipatoi esperti nella progettazione e gestione dello spazio urbano, della vita culturale, del benessere.
La mostra
L’area metropolitana si allarga e soverchia i confini tra città e campagne, ma alcune architetture emergono come segno. Indicano il passaggio da un luogo a un altro, sono nuove espressioni di identità, divengono centralità dove c’era periferia. Alcune opere di Giancarlo Marzorati, come l’hotel Barcelò a Ovest; il complesso Villa Torretta-centro Sarca o la Torre Sospesa a Nord; il nuovo ospedale dalle coperture verdi in via Bistolfi a Est; l’Auditorium di Milano a Sud sono landmark che dicono, a chi arriva da fuori: questa è Milano.
I progetti di Marzorati si sono sviluppati soprattutto nell’area di Sesto San Giovanni e proprio per questo includono snodi di passaggio tra Sesto e Milano (come per esempio quel che è il cuore del Parco Nord, Villa Torretta e il vicino ponte ciclopedonale). Questo fatto ha portato l’architetto a concepire e progettare vere e proprie nuove “porte” urbane: segni che evidenziano la distinzione tra una città e l’altra, là dove la continuità delle edificazioni ha cancellato i confini dei nuclei urbani. Anche così si possono recuperare luoghi significativi nel tessuto indistinto delle espansioni urbane degli ultimi sessant’anni.
La varietà di tali progetti, soprattutto indirizzati alla cultura (quali per esempio l’Auditorium di Milano in piazza G. Mahler), allo svago (come il Multicinema Sarca, tra Sesto San Giovanni e Milano), all’ospitalità (come per esempio l’Hotel Barcelò), al benessere (varie strutture ospedaliere in Milano) consentono di porre attenzione su come sempre gli edifici e i luoghi abbiano un valore e un senso che contribuisce all’identità della Milano postindustriale e al suo essere il centro di un’area metropolitana estesa a tutta la valle Padana.
La mostra si presenta non solo come contributo informativo, ma anche come proposta:
volta a comprendere e assumere quali nuove porte urbane alcuni luoghi esistenti;
intesa a concepire nuove articolazioni urbane capaci caratterizzare l’abitato ai nostri giorni e di renderlo meglio vivibile; dedicata a ripensare alla misura in cui la città contemporanea abbia bisogno di spazi per respirare cultura, benessere, socialità, per trovare il senso di essere comunità locale nel contesto dell’umanità globale.
La mostra ha raccontato come un progettista prolifico (oltre un migliaio di opere realizzate) ha interpretato e proposto suggestioni per la città contemporanea, attraverso plastici, fotografie e disegni di architetture emblematiche, di edifici e spazi urbani, raccolti secondo quattro aree tematiche:
I confini della città: “Dopo lo sprawl: nuovi limiti e nuove identità“
La città e il benessere: “Città è benessere“
La città e la musica: “Città è musica“
L’evoluzione delle periferie in nuove centralità: “Centralità delle periferie“
Su questi argomenti si sono svolti quattro incontri che hanno punteggiato la mostra, nei giorni 8, 15, 22 e 30 maggio 2019. Ne diamo conto qui di seguito.
L’evento ha ottenuto il patrocinio di:
La mostra di fotografie e plastici è stata svolta grazie al supporto logistico di Pisante Francesco Mobili e Arredamenti
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